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7 Giugno 2016|non in elenco|

GLI ANGELI DEI MUSI NERI Dedicato alle donne dei minatori italiani in Belgio

Un libro, uno dei primi, interamente dedicato alle donne che dal ‘46 in poi sono state al fianco (madri, mogli, vedove, figlie) dei nostri minatori in Belgio che comportò la morte di circa 1500 uomini in incidenti e circa 40.000 negli ospedali per la silicosi dal ’46 al ‘63.

Donne eroiche che hanno sofferto, pianto, ma anche sorriso e lottato per integrarsi ma mai ringraziate da nessuna istituzione italiana. Per i loro sacrifici e la loro dignità e coraggio non esiste nessun monumento, nessun riconoscimento. Questo volume totalmente scritto per loro è diviso in tre parti: la prima dedicata dal fenomeno della “discriminazione di genere” di cui la donna è stata vittima da sempre, la seconda dove si analizzano tutti i problemi incontrati con l’emigrazione (vita nelle baracche, solitudini, nuova cucina, pulizie diverse, lingua da imparare, cultura diversa, terrore per la pericolosità del lavoro degli uomini, la vedovanza per molte ecc.). La terza parte infine è formata dalle interviste in Vallonia e nel Limburgo (e in Italia) a famiglie che ricordano le vite delle loro madri o nonne. Tra le tante anche l’intervista a Rocco Granata il cantautore italo belga che ha scritto e cantato la canzone “Marina” una delle canzoni italiane più vendute al mondo. Evidenziate le differenze di vita degli italiani in Vallonia e nelle Fiandre.

Scritto in modo molto semplice a adatto a tutti.

Introduzione

La storia si fa con i documenti, ma le storie si raccontano con le emozioni.

Walter Basso – che storico non è, ma che la storia dei minatori italiani in Belgio la conosce come pochi – ha provato a mescolare entrambi gli ingredienti, scientificità e sentimento, in questo che è il quarto volume di quella “epopea della povera gente” alla cui stesura si dedica da quasi tre lustri. 

Non manca l’approccio scientifico nel libro: ne sono prova gli archivi visitati, i trattati, le statistiche, le norme, gli articoli di giornale, i resoconti fedelmente citati, ma tutto ciò è vivificato e reso emozionante dai ricordi personali dell’autore, figlio di un minatore morto di silicosi, nipote di un minatore morto nel crollo di un fond, ma anche figlio di una madre che quel destino di fatica e dolore l’ha vissuto in prima persona con un misto di coraggio e rassegnazione.

Non meno coinvolgenti sono le molte preziose testimonianze raccolte dalla viva voce di chi quell’epopea l’ha vissuta di persona: sono racconti che disegnano lo spaccato di un’umanità povera di tutto tranne che di una dignità profonda e di uno smisurato senso del sacrificio e della famiglia.

Una generazione di italiani ha dovuto emigrare per combattere una guerra, quella del carbone, dopo aver subito una guerra mondiale disastrosa che aveva lasciato il Paese nella miseria più nera.

L’autore dà voce ai ricordi di quella generazione sfortunata e coraggiosa. Ciò che cambia rispetto ai tre volumi precedenti è il punto di vista. Gli sguardi, i ricordi, i sospiri, le lacrime non sono quelle dei “musi neri”: a parlare sono i familiari dei minatori, ovvero chi quella partita l’ha giocata in panchina, soffrendo, se possibile, ancor più di quanti scendevano nella mina; e tra tutte le angosce quelle delle donne (madri, figlie, spose, fidanzate che fossero) sono quelle che gridano più forte attraverso queste pagine. A loro è dedicato il libro, a eroine che non hanno esitato a sacrificare la propria vita e i loro sogni di giovinezza per restare vicine ai loro uomini e per costruire, da zero, una nuova vita a migliaia di chilometri da casa.

Stratificazioni di ricordi vengono riportate alla luce, pagina dopo pagina, grazie al prezioso lavoro di ricerca, ma soprattutto grazie a testimonianze il cui valore risiede principalmente nella autenticità delle emozioni che esprimono e nella semplicità che ne amplifica l’autenticità. Sono testimonianze universali perché in esse leggiamo tutta la gamma dei sentimenti possibili, a volte contrastanti, così come sono contrastanti, a volte addirittura antitetici, i ricordi di quella terra, il Belgio: per alcuni un’insensibile matrigna, per altri – ed è anche il punto di vista di alcune delle donne intervistate – un’affettuosa madre adottiva.

È interessante notare come, lungo tutte le tre parti in cui è suddivisa la pubblicazione, l’attenzione, il “focus” dell’autore si concentri sulle donne ed il punto di vista sia, ugualmente, quello delle donne.

Assistiamo così al lungo e non ancora completato processo di emancipazione, alle piccole grandi battaglie per ottenere diritti negati, alle traversie nel viaggio verso il Belgio, all’impatto con una realtà ben diversa da quella dipinta dal Manifesto Rosa, alla difficile ambientazione in una società completamente nuova, ai problemi con la lingua, la cultura, la scuola, le istituzioni.

È un lungo, faticoso processo di adattamento quello che le donne dei minatori si trovano ad affrontare nella loro odissea senza ritorno, ed è straordinario come lo affrontino da protagoniste, prendendosi in carico la gestione della famiglia in tutti gli aspetti: educativo, economico, perfino sentimentale.

Le protagoniste di questo libro sono madri e mogli che troppo spesso divengono anche infermiere e vedove. Donne sospinte nell’abisso del dolore irrimediabile delle morti nella mina o in quello ugualmente irrimediabile, ma continuamente differito nel tempo, della cura dei congiunti silicotici.

Non manca, infine, un’analisi sugli stili di vita delle donne italiane e di quelle belghe: senz’altro differenti, ma accomunate da un comune destino di “sorellanza” che negli anni si consolida e diviene la cifra più evidente dell’integrazione delle nostre connazionali.    

Carlo Toniato

1797, il tramonto della Serenissima nel diario della vicentina Ottavia Negri Velo

Ottavia Negri Velo nacque il 24 febbraio 1766 da Marco Egidio Negri e Laura Montanari, famiglie fra le più prestigiose della nobiltà vicentina, sposò il conte Gerolamo Giuseppe di Velo, ebbe due figli, Isabella e Girolamo Egidio, celebre viaggiatore; scrisse una cronaca vicentina dal 1796 al  marzo 1814 in due volumi; morì nell’aprile del 1814.

Ermenegildo Reato, storico autorevole, ha scritto del suo diario:

“Quei due volumi costituiscono un esemplare modello di memorialistica dell’età napoleonica. L’autrice vi riflette una finissima cultura, uno stile incisivo ed efficace, fatto di frasi brevi, di apostrofi forti, anche se talora appesantite da espressioni desuete o da allusioni poco trasparenti. La dovizia di informazioni, attinte da esponenti della Municipalità o da ufficiali dell’Armata francese o da gazzette italiane o straniere, difficilmente si potrebbero reperire in altri diari dell’epoca” (1)

Il diario di Ottavia Negri fu pubblicato dall’Accademia Olimpica di Vicenza nel 1999 nel volume a più mani “L’aristocrazia vicentina di fronte al cambiamento (1797-1814); la trascrizione fu curata da Mirto Sardo.

Ecco come inizia il primo volume:

“Il dettaglio degli avvenimenti del 1796, saranno sempre memorabili all’infelice Italia, come pure li mali sofferti, nello Stato Veneto e la total distruzione di una Repubblica, che fu per 14 secoli, un singolar modello dell’industria e del talento degli uomini. Io riassumerò nel suo principio la storia, per sempre più confermarmene la memoria; e non avendo cominciato un esatto giornale, non potrò descrivere in sostanza, che le cose più rimarcabili, come un quadro da osservarsi, piuttosto ché una storia da leggersi” (2)

L’autrice descrive le fasi della conquista francese della Lombardia Veneta e della eroica città di Verona che tentò di resistere agli invasori napoleonici, concludendo con “I Francesi s’impadronirono di tutta la terraferma, la rivoluzionarono, la dilaniarono, e dichiararono guerra a Venezia, ciò si eseguì nel giorno 25 aprile 1797 dal quale io ho cominciato a scrivere questo Giornale” (3)

Ottavietta, come veniva chiamata fin dalla più tenera età l’autrice, dimostra fin da subito di avere le idee chiare: descrive la Serenissima come “una Repubblica che  fu per 14 secoli un singolar modello dell’industria e del talento degli uomini” e descrive giustamente i francesi come una masnada che “dilaniarono” la nostra Terra veneta …

25 aprile 1797

“Già si diceva ieri in Verona l’armistizio, e si credeva una composizione, attesa la voce della pace, sentita li 23 del corrente e si faceva una strepitosa processione a San Marco, quando questa mattina arrivarono fugitivi da Verona il provveditor Giovanelli col comico general veneto Stratico, indi il provveditor Erizzo col rappresentante Contarini; dicendo che tutto era perduto, e che i Francesi prendevano il possesso di Verona, essi fuggirono subito come il lampo per Padova.”

27 aprile

“In mezzo ai sforzati chiassi suscitati dal partito democratico si ha abbattuti tutti i San Marchi, e si hanno poste le coccarde nazionali.”

Primo maggio

“Di Venezia nulla si sa. Vi si calcolano molti partiti e molto terrore.

Leon piagato a morte

Vede la sua ferita

Sente mancar la vita

E fa pregadi ancor.”

Questo è un libero adattamento dell’autrice di un celebre pezzo teatrale con il quale si denuncia l’immobilismo di Venezia; i pregadi (o pregai) erano i nobili veneziani che componevano il Senato.

6 maggio

“Si allestisce per domani l’innalzamento del famoso albero della libertà. Si ha sfaccendato da Pietro Bissari a piantarne uno sull’Isola dicendo, che il popolo lo voleva, ma il popolo fu sordo ad andarvi e vi volle la banda per richiamarvi un pugno di gente.”

Ma non ci avevano sempre detto, e continuano a dircelo, che il popolo accorreva numerosissimo ???

7 maggio

“Le requisizioni per approvigionar l’armata sono continue, e immense, niente basta a saziar  la violenza e l’ingordigia.”

Violenza e ingordigia da parte dei liberatori francesi? A me sembra impossibile, chissà cosa diranno gli illuminati giacobini contemporanei, quelli che continuano  a “controllare” il mondo delle università e della cultura …

9 maggio

“Tutti i Monti ex veneti sono sigillati, ma il nostro è in maggior pericolo, perché più ricco”

Traduzione: tutti i Monti di Pietà veneti fanno gola ai liberatori francesi, in particolare quello vicentino che è il più ricco di tutti e che verrà puntualmente rapinato sempre in ossequio alla”liberté, egalité, fraternité” naturalmente …

“Si prenderà in nota tutte le argenterie de privati e già si è prese quelle delle chiese e felicemente divorate, in tutti i sensi. Le requisizioni e le spese sono immense e mal amministrate, e non v’è un soldo in cassa.” (4)

13 maggio

“Oggi per espresso, si ha avuto la notizia, che i Veneziani si sono democratizzati, e che domani pianteranno il grand’albero di libertà, han dato 2 ducati d’argento a tutti i Schiavoni, rimandandoli ai loro focolari, nulla si sa di più”.

15 maggio

“Si dice, che si vada amoreggiando dai Francesi tutta l’argenteria delle chiese, già presa dalla Municipalità per pretesto al bisogno, ma in fondo a sacchi senza ricevuta sennon con tal calcolo.”

20 maggio

“Gran passaggio, e permanenza di truppe. Gran requisizioni. Vien insistito sul argenteria delle chiese”

21 maggio

“L’argenteria delle chiese è poi partita per Milano”

E chissà se si è fermata a Milano o i carri hanno proseguito per la Francia? Sempre con la Marsigliese come colonna sonora, naturalmente …

26 maggio

“Continuano le argenterie delle chiese a passare a Milano avendo dato ordine Bonaparte di aver anche il resto, non lasciando alle chiese che un calice per ogni due altari. L’argenteria fusa già a beneficio di alcuni municipalisti, egli la lascia in compenso al povero Monte di Pietà.”

27 maggio

“un barcaiolo Veneziano vedendo sui cantoni i Manifesti con il leone che in cambio di portare il Pax tibi Marce etc. Dice I doveri dell’uomo e del cittadino, esclamò de Diana, dopo tanti anni San Marco si ha pensà de voltar carta?”

29 maggio

“I Francesi dicono, che dopo le requisizioni richieste nel riparto, sarà terminato tutto e che saranno certamente le ultime, ciò potrebbe darsi se la pace fosse sicura.

Secondo i calcoli fatti, le ruberie sul Monte di Pietà, ascendono a 193 mille lire, non computando la confusione delle partite sui libri, dove hanno fatto lo scosso anche con delle date posteriori”

A proposito della rapina napoleonica al Monte di Pietà di Vicenza, “Secondo i cronisti dell’epoca il danno per il Monte sarebbe stato di gran lunga superiore al milione di lire venete.”, così  Antonio Ranzolin in “Il Monte di Pietà di Vicenza tra Seicento e Settecento. Aspetti istituzionali e congiunture” pubblicato nel volume “Il Monte di Pietà di Vicenza 1486-1986”, Vicenza 1986 pag. 93.

30 maggio

“Ieri successe lo spoglio dell’argenteria della Madonna di Monte dai Francesi. Li padri di Monte l’esposero tutta sull’altare di essa e questi rapacemente la presero.”

31 maggio

“Si vede continuamente delle casse di argenterie portate via piangendo dai comuni e dai parochi, che devono partire alla volta di Milano”

Primo giugno 1797

“Sono tre giorni che si fucila in Campo Marzo, li tre Gabardiani”. (5)

Si fucila cantando la Marsigliese e scandendo “liberté, fraternité, egalité” naturalmente …

9 giugno

“Scoppiano delle inquietudini nei Sette Comuni per le armi e per le argenterie, e più di tutto per non accettar il presente stato di cose, e minacciano di dedicarsi all’imperatore, o di voler essere un dipartimento totalmente indipendente, e di venir un giorno ad abbruciar tutti i Giacobini.”

20 giugno

“I Sette Comuni non vogliono sentire la rivoluzione, portano la coccarda veneta e in proposito di argenterie e di armi, dicono che chi le vuole, se le vada a prendere, ch’essi le difenderanno.”

15 luglio

“Li Sette Comuni continuano ad usare decisamente le insegne di San Marco, e vien detto che San Marco è passato dal mare alla montagna”

21 luglio

“Sono partiti altri 1200 uomini con 3 cannoni verso i Sette Comuni per il fermento di Lusiana, che è disgraziatamente in piena insurrezione.”

22 luglio

“Thiene e le montagne son tutti all’ubbidienza e arrivano le loro armi e i pochi villici arrestati”

25 luglio

“Le nuove di Lusiana sono che i Francesi vi sono entrati pacificamente ad onta di qualche resistenza, et non hanno danneggiato gran fatto quell’infelice paese.”

26 luglio

“Sono partiti per Thiene 2000 Francesi con un generale per stazionarvi sin che i Sette Comuni portano le loro argenterie, armi, come sono convenuti. Questo è quanto si sa.”

3 agosto

Immense sono le requisizioni francesi; 7 in 8 mille uomini vaganti per le nostre contrade, spesati di tutto, vestiti.”

4 agosto

“Vi è stata un gran caccia sulla risara delle monache di San Pietro col generale Joubert, promossa dai Bissari, che declamano il rispetto ai diritti dell’uomo ed alle proprietà”

I Bissari erano, naturalmente, fra i giacobini più in vista della città …

21 agosto

“Vien riflesso assai l’odio gratuito della terraferma con Venezia, aizzato e lodato dai Francesi per trarne vantaggio. “

Nel 1797  erano i Francesi che istigavano l’odio della terraferma verso Venezia (e viceversa), adesso sono i loro cuginetti italiani …

E ancora “(Il soggetto è Venezia) O doveva essa sparir dalla superficie della terra, come si lusingavano tutti gl’Italiani, invidiosi almeno della sua irrefrenabile gloria passata, o doveva, com’è ragionevole, sussistere una capitale imponente con 120 mila abitanti con un arsenale dei più considerabili e dei porti di mare, che l’unione complettata alla terraferma non avrebbe forse dato luogo a dei momentanei cambiamenti. Ecco anche in questo un saggio della nostra perfetta imbecillità ed egoismo. Questa seduzione francese divide et impera può dar ad essi delle ragioni, onde disponere della terraferma come tante pecore a loro piacere”

Molto interessante, gli italiani che si lusingavano della sparizione di Venezia e i francesi che giocano a “divide et impera” sulla pelle dei veneti proprio come i loro cuginetti italiani due secoli dopo …  

31 agosto

“Continuano i Francesi instigati dai nostri democratici cacciatori a danneggiar le risare, sicché si dice che siamo persin ridotti a pianger sui risi”

4 settembre

“… Bonaparte volle tutta l’argenteria delle chiese di tutta la nostra provincia. La prima Municipalità l’aveva ricevuta a sacchi senza incontri,fusa una porzione e nascosta una buona dose già per il bene pubblico come il solito. Bonaparte che sapeva come vanno tali facende la richiese tutta per intero, per fare in grande, il suo solito mestiere, allora la Municipalità si scosse, fece valere le sue ragioni, ma non valsero e convenne supplire a tale defraudo.”

17 ottobre 1797

“Fra l’imbecillità, la birbanteria, il deciso ladroneccio si vive come si può viver.

… Un giorno si crede fatta la pace, un giorno si dubita, poi si ritorna a sperare. Oh che vita rivoluzionata in tutti i sensi!”

13 dicembre

“Si dice che a Venezia i Francesi volessero prender i 4 cavalli di bronzo, i due pedestalli dei stendardi, le porte di bronzo della chiesa di San Marco e la vera del pozzo, che ciò abbia eccitato del fermento, e che ha convenuto per questo poner la truppa sull’armi. In tal serie di dilapidazioni nulla può più sorprendere.”

15 dicembre

“I cavalli di bronzo misti in oro, che stavano sulla chiesa di San Marco, furono levati dai francesi, e disposto tutto per imbarcarli.”

24 dicembre

“I Francesi intanto rubano più che possono. S’è abbrucciata per la loro incuria una superba Barchessa dei Fracanzani a Orgiano.”

25 dicembre

“Bonaparte poi ci promise una terza parte delle argenterie delle chiese (di cui però i ladri amministratori si prevalsero) poi non se ne parlò, affare indegno di un generale d’una immensa nazione. Indi promise anche in iscritto di indennizzarci dell’orribile truffamento del Sacro Monte di Pietà, poi non ne fece più nemmen parola; e su di tali fondamenti questi perfidi continuano a dar ad intendere ch’essi sperano il ben pubblico. Oh iniqui, e anche sciocchi!”

31 dicembre 1797

“L’anno 1797 non sarà dimenticabile  dall’ex Stato Veneto in perpetuo, la sua onerosa e vilipesa neutralità, la sua occupazione ordita in stil moderno; la democrazia introdotta per saziar la fame, e la cessione incredibile per sopire o restituire colla pace la calma al continente dell’Europa, sono degli argomenti indelebili per lo storico, e per il galantuomo.” (6)

5 gennaio 1798

“Alli tre alberi di libertà che sono in città viene fatta la guardia dai Francesi a scanso di disordini, per il territorio sono atterrati e bruciati”

9 gennaio

“I Francesi han minacciato che al loro partire vogliono abbrucciar il convento dei Cappuccini: quei religiosi vi vegliano tutte le notti per ovviare una tal prova di riconoscenza dai loro ospiti.”

13 gennaio

“Questa notte la truppa francese con solennità militare, e silenzio, ha atterrato l’albero della libertà nella nostra piazza. Oggi tutti levano le coccarde , e così termina la trista comedia: per verità questi alberi formavano un libero bosco di ladri e di birbanti.”

19 gennaio

“Questa mattina, avanti lo spuntar del giorno li tamburi, e le trombe assordarono, e le truppe francesi se ne partirono. L’esultanza generale fu l’encomio della loro condotta. Tutte le botteghe rimasero chiuse per festeggiar la giornata.”

21 gennaio

“Si dice che nei Sette Comuni non si rissenti gran giubilo del peranche nuovo cambiamento, e che San Marco, e i loro privilegi loro stieno più a cuore di tutto.”

22 gennaio

“In vari luoghi particolarmente a Castelgomberto convenne spedir dei picchetti di soldati per tener tranquillo il popolo che si è suscitato contro i suoi municipalisti, e Giacobini”

29 marzo 1798

Ottavia Negri Velo ogni tanto si abbandona al ricordo del bel tempo che fu e che non  ritornerà più:

“Oh Dio quanti spettacoli immensi si presentano al più pacifico e felice popolo del mondo ch’era quello del nostro Stato Veneto”.

Il diario continua fino al 1814 e ci sono dei passaggi struggenti, come questo:

30 aprile 1802

“Ho veduta Venezia in una decadenza deplorabile, la miseria il malcontento sembrano all’apice, e più quasi non si spera risorsa … Venezia sembra un vero paese flagellato da Dio; la sua singolarità, la pompa dei suoi edifizi, la grandezza delle idee generali, e vederla oppressa, negletta piena di militari che non combinano col suo locale, governata da chi non sa o vuole o può assisterla, in una lingua e in un metodo del tutto nuovi, pare propriamente un gastigo di nuovo genere” (7)

28 marzo 1803

“Se un tal cangiamento si fosse fatto nel 1798 forse sarebbe stato meglio trangugiato, ma ora eccita una tal comozione il vero rovesciamento dell’antico sistema, che senza perdersi in odiosi confronti, non si può a meno di dar delle lagrime alla memoria d’un governo il più dolce, il più umano, il più felice, il più grandioso, il più libero nel suo vero significato il quale ha felicitato, e ingrandito e l’esterno, e l’interno dei cuori, e dei paesi, e che non si può bramar altro esempio ai sovrani quanto la Repubblica Veneta, e San Marco”.

14 marzo 1804

“Ritornata da Venezia io non saprei descrivere il mosaico di quel paese. Tutto denota distruzione avvilimento. L’averla conosciuta prima essa è ridotta irriconoscibile.”

Otre ai due volumi del suo diario, Ottavia Negri Velo ci lasciò un epistolario che contiene le lettere che quasi giornalmente scriveva alla madre, contessa Laura Montanari che viveva a Isola (8). Ecco alcuni passaggi:

“Un ufficiale francese di molto garbo si è sorpreso assai del sommo coraggio dei Vicentini, dicendo che Vicenza pare una città di Francia soggiunge poi: li Veronesi non ci amano, ma ci temono; li Vicentini non so se ci amano, ma è certo che non ci temono. Una contadina l’altro giorno incontrando quattro Francesi, disse loro Baroni andate al vostro paese, alla quale franchezza risero molto”.

In un’altra lettera, datata 30 maggio 1797, denuncia la sistematica rapina delle nostre chiese  portata avanti dai “liberatori” francesi:

“Lo spoglio della Madonna di Monte (Berico) ha fatto un gran sensazione nei cittadini e nell’ex plebe. Jeri si hanno portato via ogni cosa. A Arzignano Domenica si ha piantato l’albero della Libertà, ma ad onta un fervido discorso di un ardente democratico, ad onta di aver gettato e pane e soldo e distribuito del vino, sembrò nel popolo un spettacolo più lugubre che altro. Vi furono invitati dei Francesi a tal solennità e questi si scossero altamente, e ne indagarono le ragioni, al che un uomo di proposito loro disse: -Sappiate che il popolo è così dolente per lo spoglio delle argenterie delle sue Chiese, che questo lo fa esser mesto e non suscettibile a simili spettacoli.-”

In una lettera alla madre insiste sull’uso ridondante di “fratellanza” e “eguaglianza” da parte dei cantori della Marsigliese: “Le truppe  si servono fraternalmente di tutto quel che trovano, seconda al loro solito, e lasciano possibilmente in una miserabile eguaglianza”.

Un’ultima curiosità sul diario viene sottolineata da Ermenegildo Reato:

“Una particolare animosità essa riserva a quei nobili vicentini, come i Bissari, che militarono tra le fila dei democratici, spinti, sembra, più dall’ambizione di emergere cavalcando gli ideali della rivoluzione che da fede profonda nei suoi ideali o come Brunoro Muzan, il “Robespierre vicentino”.” (10)

Brunoro Muzan (o Muzani) fu presidente della Municipalità.

 Per Ottavia questi nobili erano dei veri e propri traditori delle loro città e della loro storia.

Ettore Beggiato

Note

1)    Reato E., Cronisti vicentini nell’età napoleonica (1796-1814) in Ricerche di storia sociale e religiosa, Vicenza, n. 40, 1991

2)    Sardo M., Il Giornale di Ottavia Negri Velo, in L’aristocrazia vicentina di fronte al cambiamento (1797-1814), Vicenza 1999, pag. 93

3)    Idibem pag. 99

4)    Idibem pag. 103

5)    Idibem pag. 112

6)    Idibem pag. 228

7)    Idibem pag. 399

8)    Chemello A., Il gran caos inesplicabile, in L’aristocrazia vicentina di fronte al cambiamento (1797-1814), Vicenza 1999, pag. 35

9)    Idibem pag. 55

10)Reato E., op. cit., pag 176

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Aldo Rozzi Marin, Presidente Associazione Veneti nel Mondo aps

Rio Grande do Sul: una raccolta fondi per sostenere la terra dei nostri migranti

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I numeri che ci giungono sono tragici: oltre 153.000 sfollati, 1.178.319 persone coinvolte, 85 vittime, 134 dispersi, 339 feriti, 332 città colpite (Bollettino Difesa Civile del Rio Grande do Sul).

Di fronte a questa calamità affrontata dalla popolazione, la Regione del Veneto ha attivato un canale di donazione ufficiale. Le risorse raccolte saranno interamente utilizzate per il sostegno umanitario alle vittime delle alluvioni e per la ricostruzione delle infrastrutture delle città.

Anche un piccolo aiuto può fare la differenza!

Comunicato stampa 747 Regione del Veneto

PRESIDENTE REGIONE, “VENETO PIANGE PER RIO GRANDE DO SUL. UNA RACCOLTA FONDI PER SOSTENERE LA TERRA DEI NOSTRI MIGRANTI”. IBAN: IT 35 A 02008 02017 000107108523

“La catastrofe naturale che ha colpito Rio Grande do Sul ha toccato profondamente i nostri cuori: ad oggi i decessi sono quasi un centinaio, altrettanti i dispersi e i feriti, un migliaio le richieste di soccorso e gli sfollati hanno superato le centinaia di migliaia. La situazione è veramente drammatica e le immagini che tutti noi abbiamo visto raccontano di una terra colpita tragicamente. Per esprimere la vicinanza e dare un sostegno concreto alla comunità sudamericana, abbiamo aperto un conto corrente di solidarietà i cui proventi verranno destinati a coloro che hanno perso tutto e sono stati colpiti dalla devastazione di questi giorni”.

Così il Presidente della Regione del Veneto annuncia l’attivazione di un conto corrente dedicato per raccogliere fondi da destinare ai residenti nello Stato di Rio Grande do Sul (Brasile) attraverso le istituzioni e le associazioni locali, denominato “REGIONE DEL VENETO SOSTEGNO EMERGENZA ALLUVIONE RIO GRANDE DO SUL con IBAN: IT 35 A 02008 02017 000107108523”.

“Il Veneto è legato oltremodo a questa terra, nella quale risiede una nutrita e radicata comunità di discendenti di migranti veneti, in particolare provenienti dalle province di Belluno, Vicenza, Treviso e Verona e con la quale abbiamo stretto, da almeno un ventennio, anche relazioni economiche internazionali – prosegue il Governatore -. Il sentimento che ci unisce è forte e sapere che intere famiglie sono ora senza viveri, acqua potabile ed elettricità dal 27 aprile ha innescato la catena della solidarietà. Questo primo intervento, oltre a ridurre simbolicamente le distanze, intende dimostrare concretamente l’affetto che proviamo nei confronti di tutti e dei veneti che risiedono ormai da anni nello stato del sud America”.

“Brava Zente” vola a Santiago del Cile per la Festa di San Marco

“Pax tibi, Marce, evangelista meus”. Questa la frase che si legge nel vangelo aperto tenuto dal leone alato, simbolo di San Marco, patrono di Venezia e del popolo veneto. Ed è a San Marco Evangelista che in Veneto e tra le comunità venete nel mondo è dedicata la giornata del 25 aprile 2024…dalla Festa di San Marco in Australia a quelle in Brasile, dal pranzo di San Marco in Argentina, alla Festa di San Marco di Arborea, in Sardegna, fino a Santiago del Cile.

E proprio a Santiago il programma prevede anche la proiezione del film Brava Zente. Storie della terra veneta del regista Giancarlo Cappellaro, residente a Camisano Vicentino (sede dell’Associazione Veneti nel Mondo aps). La proiezione si terrà alle ore 18:00 presso il Cielo Milano Caffé, Alonso de Cordova 3834, Vitacura.

L’amico Giancarlo ha dato la sua anima per la realizzazione di questo film e si vede dal risultato raggiunto grazie a tanti volontari, circa cento, che hanno ricoperto i ruoli di attori principali, attori secondari, tecnici, nonché di aiutanti, trovarobe e costumisti.

Il film, che ha il patrocinio della Regione del Veneto, della Provincia di Vicenza e del Comune di Camisano Vicentino, è ambientato negli anni Cinquanta del secolo scorso con scorci di vita nei borghi del Basso Vicentino e in particolare a Longare, Costozza, Lumignano, Castegnero, Nanto, Mossano, oltre a Camisano Vicentino, Torri di Quartesolo, Arcugnano e la stessa Vicenza, permetterà ai discendenti veneti di rivivere emozioni, tradizioni e ricordi della propria terra di origine.

Invio il mio saluto agli organizzatori nonché amici dell’Associazione Veneta di Santiago, con il suo presidente Jorge Andrighetti, e dell’Associazione Imprenditori Veneti in Cile, con il suo presidente Italo Cantele. Grazie a quanti hanno collaborato alla realizzazione dell’evento, in particolare Mario Favero, e quanti saranno presenti.

W San Marco!!

Aldo Rozzi Marin, Presidente Associazione Veneti nel Mondo aps

Associazione Veneti nel Mondo aps festeggia il ventiseiesimo anniversario. Grande partecipazione all’evento internazionale “Tutti i Veneti nel Mondo” svoltosi oggi a Verona.

Si è svolta oggi a Verona, presso l’Hotel Leopardi, “Tutti i Veneti del Mondo”, la giornata di celebrazioni ed eventi speciali per i 26 anni di attività organizzata da Associazione Veneti nel Mondo aps in collaborazione con il Comune di Verona.

L’evento è stato promosso dalla Veneti nel Mondo, che venne costituita proprio a Verona il 28 marzo 1998, per valorizzare la storia e la cultura veneta non solo all’interno dei confini regionali ma anche per diffonderne la conoscenza tra le comunità venete all’estero. Numerosi sono stati infatti i veneti e gli oriundi veneti che hanno seguito la diretta online – oltre 800 visualizzazioni –  da vari paesi del mondo: dall’Argentina al Brasile, dal Cile al Perù, dalla Repubblica Dominicana all’Australia, dalla Spagna alla Francia, dagli Stati Uniti al Sud Africa e tanti altri ancora.

Valorizzare la cultura veneta è il nostro impegno da ventisei anni – ha esordito Aldo Rozzi Marin, Presidente Associazione Veneti nel Mondo aps in apertura del convegno internazionale “Le nostre radici. Emigrazione veneta: ieri, oggi, domani” – La cultura è un‘eredità storica, un sistema di saperi, opinioni, credenze, costumi e comportamenti, una sorta di deposito di conoscenze e competenze

Numerose le autorità presenti in sala o collegate a distanza, tra queste: l’Assessore a Formazione e Istruzione della Regione del Veneto Elena Donazzan, l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Verona Luisa Ceni, il Consigliere del Comune di Verona Francesco Fasoli. Numerose anche le lettere di saluto ricevute con l’augurio per la buona riuscita dell’evento: da quella di Cristiano Corazzari, Assessore ai Veneti del Mondo della Regione del Veneto, a quella del Console Generale d’Italia a Porto Alegre Valerio Caruso, e del Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia.

Desidero esprimere il mio saluto a tutti i presenti e, in particolar modo, alle delegazioni che, accorse a questa giornata di festa da ogni angolo del globo – afferma il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia nella sua lettera – sfruttando questa occasione hanno deciso di tornare in Veneto, la nostra casa comune.

Erano infatti presenti oggi “a casa”, a Verona, delegazioni e rappresentanti veneti nel mondo da Brasile, Canada, Polonia, Grecia, Belgio, Spagna, Francia, Hong Kong e Perù e altre regioni d’Italia.

La giornata Tutti i Veneti del mondo si è svolta in tre momenti: il convegno internazionale Le nostre radici. Emigrazione veneta: ieri, oggi, domani,dedicato all’emigrazione veneta nel mondo con interventi di carattere storico, culturale, turistico, linguistico, imprenditoriale e istituzionale; la Festa delle Radici, un momento conviviale dedicato ai veneti e agli oriundi veneti presenti; e la tavola rotonda Dal Veneto al mondo, dal mondo al Veneto,nel pomeriggio, in collegamento con i Presidenti e i rappresentanti dei veneti e degli oriundi veneti da Australia, Argentina, Brasile (Rio Grande do Sul, Paranà, Santa Catarina), Cile, Perù, Canada e Sardegna.

L’evento è stata inoltre l’occasione per la presentazione in diretta internazionale da parte del Presidente onorario dell’Associazione Veneti nel Mondo Ettore Beggiato e del Presidente di CONFIMI Industria Veneto Alessandro Trentin,del bando della II edizione del Premio Ambra Beggiato per la cultura veneta nel mondo.

L’impegno di ventisei anni di attività nell’ambito dell’emigrazione e della cultura veneta – ha ricordato Andrea Guglielmi, co-moderatore della giornata – si è concretizzato in oltre 400 iniziative tra corsi formativi, scambi giovanili, missioni imprenditoriali, progetti editoriali e multimediali, che hanno coinvolto i circoli dell’Associazione all’estero e in Italia, e hanno beneficiato di contributi e patrocini nazionali e internazionali.

Aldo Rozzi Marin, Presidente Associazione Veneti nel Mondo aps

Un premio per la cultura veneta nel mondo. Associazione Veneti nel Mondo aps presenta la II edizione del Premio Ambra Beggiato.

Associazione Veneti nel Mondo aps nell’ambito della sua attività di tutela e valorizzazione del patrimonio storico, culturale e linguistico del popolo veneto e delle comunità venete all’estero, ha presentato oggi a Verona nel corso della giornata di celebrazioni speciali Tutti i veneti del mondo la seconda edizione del Premio Ambra Beggiato per la cultura veneta nel mondo.

Il Premio, istituito nel 2023 in ricordo della giovane prematuramente scomparsa, figlia del presidente onorario Ettore Beggiato, si suddivide per questa edizione in due categorie. La prima è dedicata a testi, ricerche, racconti, romanzi e altre tipologie di testo in ambito culturale, storico, identitario, economico e linguistico veneto (la partecipazione a questa sezione è possibile anche per i giovani studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado); la seconda atesi di laurea dedicate alla storia, alla cultura, all’emigrazione, alla lingua e all’imprenditorialità veneta o alle eccellenze venete in Veneto o nel mondo.

Novità della seconda edizione – ha annunciato Aldo Rozzi Marin – è il patrocinio e la collaborazione che CONFIMI Industria Veneto ha voluto offrire, nella persona del Suo presidente Alessandro Trentin, al Premio in oggetto. Si tratta di un’importante trampolino di lancio per la promozione del bando tra le realtà imprenditoriali locali e tra gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. CONFIMI Industria Veneto è infatti la rappresentanza regionale delle industrie manifatturiere e delle imprese private.

Novità della seconda edizione – ha annunciato Aldo Rozzi Marin – è il patrocinio e la collaborazione che CONFIMI Industria Veneto ha voluto offrire, nella persona del Suo presidente Alessandro Trentin, al Premio in oggetto. Si tratta di un’importante trampolino di lancio per la promozione del bando tra le realtà imprenditoriali locali e tra gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. CONFIMI Industria Veneto è infatti la rappresentanza regionale delle industrie manifatturiere e delle imprese private.

Alessandro Trentin, Ettore Beggiato e Aldo Rozzi Marin

Il Presidente di Confini Industria, Alessandro Trentin, ha dichiarato che “siamo orgogliosi di questo patrocinio e che speriamo e confidiamo che altre associazioni ci seguano facendo in modo che questo premio diventi davvero molto importante come merita per la sua valenza culturale di altissimo profilo”.

Gli elaborati possono riguardare storia, cultura, identità, emigrazione, imprenditorialità e lingua del popolo veneto e delle aree linguisticamente venete o appartenute alla Repubblica Veneta. I testi devono essere in lingua italiana o in lingua veneta (o in lingua straniera con traduzione allegata)ed essere spediti all’Associazione Veneti nel Mondo apsentro il 30 settembre 2024. I Premi assegnati, uno per categoria, hanno un valore pari ad euro 1.500,00 ciascuno.

Il Presidente della Veneti nel Mondo aps Aldo Rozzi Marin ha sottolineato la valenza dell’iniziativa che si inserisce nel solco di molte altre realizzate nei ventisei annidi attività nell’ambito dell’emigrazione e della cultura veneta. La prima edizione – ha ricordato oggi Rozzi Marin – ha visto la partecipazione di ben 26 testi. Di questi, quasi il 40% pervenuti dall’estero, nello specifico, da diversi stati del Brasile e dalla Slovenia.

Ettore Beggiato, Presidente onorario dell’Associazione e già assessore regionale ai rapporti con i Veneti nel mondo, ha ricordato nel corso della presentazione in anteprima internazionale del Premio, la passione della figlia Ambra per la ricerca genealogica, auspicando una significativa partecipazione dei giovani veneti, dei figli dei tanti emigranti veneti nei cinque continenti, dei giovani di quei popoli che hanno condiviso l’esperienza della Repubblica Veneta e che possono riscoprire il loro passato anche attraverso questo premio, dall’Istria alla Dalmazia, da Creta a Cipro alle Isole Ionie.

Tutte le informazioni relative al bando sono pubblicate sui siti internet www.venetinelmondo.org e www.globalven.org, sui canali social dell’Associazione Veneti nel Mondo aps. Eventuali informazioni aggiuntive possono essere richieste a segreteria@venetinelmondo.org.

Il Premio Ambra Beggiato per la cultura veneta nel mondo – II edizione è dedicato a Ambra Beggiato, nata a Padova il 31/10/1991. Si diploma all’istituto “B. Montagna” di Vicenza come operatrice socio-sanitaria. Vive con la famiglia a Bastia di Rovolon (Pd) lavorando nella farmacia della madre Maria Teresa; appassionata di musica, di lettura e di ricerca genealogica. Ci lascia dopo un improvviso malore il 30/4/2019 donando tutti i suoi organi.

Aldo Rozzi Marin, Presidente Associazione Veneti nel Mondo aps

Turismo delle Radici: Roberto Ciambetti e Luciano Sandonà ricevono a Palazzo Ferro Fini una delegazione di 25 oriundi veneti di Marau nell’Ottava Provincia Veneta

Il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti e il Presidente della Prima Commissione del Consiglio regionale del Veneto Luciano Sandonà hanno ricevuto questa mattina presso Palazzo Ferro Fini una delegazione di 25 oriundi veneti provenienti da Marau, nello Stato del Rio Grande do Sul (Brasile).

Il gruppo accompagnato a Venezia da Aldo Rozzi Marin, Presidente della Associazione Veneti nel Mondo aps, si trova in Veneto per il 12° anniversario del Patto di Gemellaggio tra il comune di Marau e il comune di Isola Vicentina, in Provincia di Vicenza.

Sono intervenuti all’incontro in Regione del Veneto anche Iura Kurtz, Sindaco di Marau, Naura Bordignon, Consultrice del Comitato Veneto del Rio Grande do Sul, Francesco Enrico Gonzo, Sindaco di Isola Vicentina e Nikolas Fuga, Presidente del comitato di gemellaggio di Isola Vicentina e Celso Zanin, Presidente del comitato di gemellaggio di Marau.

Situata nel nord dello Stato del Rio Grande do Sul, la città di Marau venne fondata da emigrati veneti, lombardi e trentini nel 1904. Essa fu trasformata in comune il 28 febbraio 1955 grazie al duro lavoro dei veneti e degli italiani stanziatisi nel territorio e oggi perfettamente integrati nella realtà culturale e imprenditoriale marauense. Con una popolazione di oltre 45.000 abitanti, mantiene oggi ancora vive le tradizioni e il legame con le radici venete e italiane. Ne sono un esempio la Festa Italiana, il Coro Italiano, la lingua Talian e i Gruppi Folkloristici.

Per rinsaldare i legami culturali e imprenditoriali con il Veneto, nel 2023, il gemellaggio è stato affiancato da una Pianificazione Strategica che prevede lo svolgimento di missioni tecniche su temi imprenditoriali, aziendali, culturali e formativi.
Il Presidente della Prima Commissione del Consiglio regionale del Veneto Luciano Sandonà, accompagnando la delegazione in Piazza San Marco ha ricordato quanto il Veneto sia legato ai fratelli del Rio Grando do Sul, che è considerato l’ottava provincia del Veneto.

La delegazione di Marau – ha sottolineato Aldo Rozzi Marin, Presidente Associazione Veneti nel Mondo aps – parteciperà domani 20 aprile 2024 a Verona alla giornata di celebrazioni “Tutti i Veneti del mondo” organizzata dall’Associazione Veneti nel Mondo aps con il sostegno del Comune di Verona. Rozzi Marin ha poi presentato brevemente la giornata – al convegno internazionale, seguito dalla Festa delle radici venete e dalla tavola rotonda internazionale, parteciperanno inoltre delegazioni venete da vari paesi del mondo: Belgio, Brasile, Polonia, Francia, Spagna e Canada. L’evento organizzato in occasione dei 26 anni di attività della Veneti nel Mondo sarà un’occasione per parlare di emigrazione veneta dal punto di vista storico, imprenditoriale, culturale e linguistico. Non mancherà uno sguardo alla realtà odierna delle comunità nel mondo e al turismo delle radici, il cosiddetto ritorno alle origini.

Aldo Rozzi Marin, Presidente Associazione Veneti nel Mondo aps

“Tutti i Veneti nel mondo” a Verona il 20 aprile 2024 per l’evento internazionale organizzato dall’Associazione Veneti nel Mondo aps

Associazione Veneti nel Mondo aps in collaborazione con il Comune di Verona organizza sabato 20 aprile p.v., in occasione dei ventisei anni di attività, la giornata di celebrazioni ed eventi speciali “Tutti i Veneti del Mondo” presso l’Hotel Leopardi di Verona.

Costituita a Verona il 28 marzo 1998 da una aggregazione di emigrati veneti rientrati, l’Associazione Veneti nel Mondo aps è una libera associazione iscritta dal 2003 al registro regionale delle associazioni venete. Dal 2010 eletta nella Consulta dei Veneti nel Mondo (istituita dalla Legge Regionale del Veneto 9 gennaio 2003, n°2), attualmente fa parte di quella designata per il periodo 2020/2025. Tra le finalità dell’Associazione Veneti nel Mondo aps è centrale la valorizzazione della cultura veneta, per rinsaldare i legami tra il territorio e le comunità venete in Veneto e all’estero, grazie anche alla promozione del turismo delle radici.

La giornata Tutti i Veneti del mondo che si terrà il prossimo 20 aprile 2024 sarà composta da tre momenti:

  • Il convegno internazionale Le nostre radici. Emigrazione veneta: ieri, oggi, domani, in programma a partire dalle ore 10:30 (con registrazione e accesso in sala dalle ore 10:00), dedicato all’emigrazione veneta nel mondo con interventi di carattere storico, culturale, turistico, linguistico, imprenditoriale e istituzionale;
  • La Festa delle Radici, un momento conviviale dedicato ai veneti e agli oriundi veneti presenti;
  • La tavola rotonda Dal Veneto al mondo, dal mondo al Veneto, a partire dalle ore 14:30, in collegamento con i Presidenti e i rappresentanti dei veneti e degli oriundi veneti nel mondo. Saranno collegati dall’estero i circoli e le federazioni venete di Australia, Argentina, Brasile (Rio Grande do Sul, Paranà, Santa Catarina), Cile, Perù, Stati Uniti d’America e Sardegna.

A conclusione dell’evento verrà presentato in diretta internazionale da Ettore Beggiato, Presidente onorario dell’Associazione Veneti nel Mondo aps il bando della II edizione del Premio Ambra Beggiato per la cultura veneta nel mondo.

L’impegno di ventisei anni di attività nell’ambito dell’emigrazione e della cultura veneta – ricorda il Presidente Aldo Rozzi Marin – si è concretizzato in oltre 400 iniziative tra corsi formativi, scambi giovanili, missioni imprenditoriali, progetti editoriali e multimediali, che hanno coinvolto i circoli dell’Associazione all’estero e in Italia, e hanno beneficiato di contributi e patrocini nazionali e internazionali. A Tutti i Veneti del mondo sarà presente anche una delegazione di veneti e oriundi veneti da Brasile, Canada, Repubblica Dominicana e Belgio.

L’iniziativa è resa possibile grazie al Comune di Verona che l’Associazione Veneti nel Mondo aps ringrazia per il contributo e la collaborazione. Con il fine di rendere partecipi i protagonisti di questa storia, ovvero i veneti e gli oriundi veneti residenti all’estero, il convegno internazionale e la tavola rotonda saranno disponibili anche in diretta streaming sulla pagina Facebook di Associazione Veneti nel Mondo aps (https://www.facebook.com/AssociazioneVenetinelMondo/).

La partecipazione alla giornata è gratuita, con offerta responsabile. È necessaria la prenotazione all’indirizzo email segreteria@venetinelmondo.org (fino ad esaurimento dei posti disponibili).

Aldo Rozzi Marin, Presidente

Anche Encantado, città fondata dagli emigrati vicentini di San Pietro Valdastico, ha il suo leone

LEONI DI SAN MARCO NELL’OTTAVA PROVINCIA VENETA

È stato inaugurato sabato 30 marzo 2024 il Leone di San Marco a Encantado, comune brasiliano, nello stato del Rio Grande do Sul, fondato da immigranti veneti e italiani che vi si stabilirono a partire dal 1882 e che oggi rappresentano la maggioranza dei discendenti della popolazione.

Il comune di Encantado è gemellato con San Pietro Valdastico, nel vicentino, con il quale mantiene uno scambio commerciale e culturale costante. A San Pietro per ricordare quanti sono partiti, sono presenti la Cappella dell’Emigrante e il Parco dell’Emigrante, che comprende “un percorso tematico, ricco di simbologie, create dall’architetto Luisa Fontana, per far rivivere speranze, dubbi, coraggio e incertezze degli antenati che si avventurarono alla ricerca di un sogno” (Da Encantado a San Pietro sulla strada del cuore, GdV, 17.01.2024).

Quando i primi immigrati arrivarono il territorio, in cui sarebbe poi sorto il comune di Encantado, era coperto da estese foreste e abitato da popolazioni indigene del ramo Guarani. Nel 1878 il colonnello José Francisco dos Santos Pinto mappò le terre in modo che potessero essere vendute a immigrati o migranti provenienti da altre località già colonizzate. La colonizzazione e l’insediamento del territorio avvenne ufficialmente nel 1882, quando qui si stabilirono le prime famiglie provenienti da San Pietro Valdastico.

A ricordo dei primi immigrati che fondarono il paese, alcune testimonianze storiche definiscono il luogo come “San Pietro di Encantado” o “San Pietro di Valdastico”.

Quello inaugurato a Encantado è il nono leone dei “25 Leoni di San Marco dell’Ottava Provincia Veneta” promossi e realizzati grazie al progetto del Comitato Veneto del Rio Grande do Sul (COMVERS) in partenariato con l’Associazione Veneti nel Mondo di Camisano Vicentino (VI).

San Marco, patrono veneto – afferma il Presidente dell’Associazione Veneti nel Mondo aps Aldo Rozzi Marin –  è l’essenza della nostra identità formata prima di tutto dalla fede cristiana e racchiude in sé il sentimento di unione e coesione degli emigrati veneti con la terra di origine. Un’icona, una verità, di una repubblica millenaria conosciuta per le sue istituzioni ed il suo buon governo e che rappresenta, e rappresenterà sempre, un luminoso focolare d’arte e di cultura, una fonte di ispirazione per il presente ed il futuro senza dimenticare le nostre radici più profonde.

Aldo Rozzi Marin

Il leone di San Marco “ruggisce” a Vila Flores, città brasiliana devota a “Sant’Antonio da Padova”

LEONI DI SAN MARCO NELL’OTTAVA PROVINCIA VENETA

È stato inaugurato sabato 16 marzo 2024 il Leone di San Marco nella città di Vila Flores, un paese la cui popolazione è tutt’oggi essenzialmente composta da discendenti di immigrati veneti e italiani, con un’economia incentrata sull’agricoltura e sull’allevamento, sulla ceramica, sulla produzione di mattoni e sulla lavorazione dei metalli.

Il leone è l’ottavo dei “25 Leoni di San Marco dell’Ottava Provincia Veneta” realizzati e inaugurati grazie al progetto del Comitato Veneto del Rio Grande do Sul (COMVERS) in partenariato con l’Associazione Veneti nel Mondo di Camisano Vicentino (VI). I primi sette sono stati posizionati, a partire dal 2019, nelle città di Jaguari, Vale Veneto, Monte Belo do Sul, Nova Prata, Arvorezinha, Faxinal do Soturno e Ivorà.

La storia di Villa Flores, un tempo Pinheiro Seco, è strettamente legata al Veneto. Nel 1884 venne infatti costruita la Chiesa di Sant’Antonio da Padova e alcune case, ad uso dei mandriani, in quanto posta nel mezzo tra le città di Alfredo Chaves (oggi Veranópolis) e Capoeiras (oggi Nova Prata). Nel 1920 fu ribattezzata Vila Flores, in onore della famiglia Fiori, una delle prime famiglie a stabilirsi lì.

Il leone marciano testimonia, valorizza e diffonde la cultura veneta, fortificando il legame di Vila Flores con il Veneto, e in particolare con il comune gemellato di Arsié, nel Bellunese.

“Il leone alato di San Marco”, ricorda il Presidente dell’Associazione Veneti nel Mondo aps Aldo Rozzi Marin, “è il patrono veneto e della nostra Associazione. San Marco rappresenta l’essenza della nostra identità formata da lingua, territorio, storia e fede cristiana. San Marco rappresenta spiritualmente il mondo dell’emigrazione veneta e racchiude in sé il sentimento di unione e coesione degli emigrati veneti con la loro terra di origine”.

Aldo Rozzi Marin

Diventa Amico dell’Associazione Veneti nel Mondo aps!

Dedicata a tutti gli amici del Veneto e dei Veneti nel Mondo.

Associazione Veneti nel Mondo è un ente del terzo settore che da 26 anni valorizza e promuove la cultura veneta per mantenere uniti i veneti nel mondo, quelli che vivono in Veneto e quelli al di fuori dei confini regionali, tutti parte del grande popolo veneto caratterizzato dalla sua identità, dalla sua cultura e dalle sue tradizioni.

Ogni anno l’Associazione Veneti nel Mondo propone un ricco programma di attività e progetti nell’ambito dell’emigrazione, della cultura veneta e del turismo delle radici: rassegne culturali, eventi formativi, pubblicazioni, scambi giovanili, missioni imprenditoriali, iniziative editoriali e multimediali. Entra anche tu a far parte degli Amici dell’Associazione Veneti nel Mondo aps!

Due modalità di adesione:

AMICO DELL’ASSOCIAZIONE VENETI NEL MONDO APS [A PARTIRE DA EURO 10]

SOSTENITORE DELL’ASSOCIAZIONE VENETI NEL MONDO APS [A PARTIRE DA EURO 250*] Per ringraziarti riceverai in omaggio un libro a scelta tra “San Marco, il leone e l’evangelista”, “Destinazione Arborea”, “Sulla rotta di Pigafetta, Terra del Foco 500 anni dopo”

| * L’art. 83, comma 2, del Codice del Terzo settore, stabilisce che le erogazioni in denaro o in natura effettuate a favore degli enti del Terzo settore, sono deducibili nel limite del 10 per cento del reddito complessivo dichiarato.

Al momento della sottoscrizione (con avvenuto pagamento), riceverai la tua tessera digitale via email.

La tessera ha validità per tutto l’anno 2024.

Il pagamento può avvenire:

  • via PayPal cliccando sul seguente link: Paypal.me/venetinelmondo
  • con bonifico bancario su c/c intestato a Associazione Veneti nel Mondo aps: Banca INTESA SANPAOLO, agenzia di Camisano Vicentino, Codice BIC BCITITMM – IBAN IT80K0306960232100000000700 // Causale “Cognome Nome – Quota Associazione Veneti nel Mondo aps” 

Grazie e benvenuto nella grande famiglia dei Veneti e degli Oriundi Veneti nel Mondo!

Veneti nel Mondo: successo per il primo corso “Cultura e radici. Ritorno al cuore del Veneto” con ben 210 partecipanti da 19 paesi nel mondo

È giunto a conclusione il corso di formazione “Cultura e radici: ritorno al cuore del Veneto” ideato da Associazione Veneti nel Mondo aps, con sede a Camisano Vicentino (Vicenza), con il contributo della Regione del Veneto, Assessorato ai Veneti nel Mondo.

Protagonisti del corso ben 210 partecipanti veneti nel mondo da 19 paesi nel mondo, per un totale del 70% di iscritti dall’estero, e nello specifico da: Brasile, Argentina, Australia, Bolivia, Cile, Paraguay, Canada, Spagna, Albania, Messico, USA, Francia, Regno Unito, Perù, Uruguay, Qatar, Sud Africa, Repubblica Dominicana e Italia (Veneto e altre regioni).

Il progetto ha visto la collaborazione dal Brasile del Comitato Veneto del Rio Grande do Sul (COMVERS) e del circolo Veneti nel Mondo Colombo, dall’Argentina del Comitato degli Italiani all’estero di Rosario (COMITES), dal Cile dell’Associazione Imprenditori Veneti in Cile e dall’Australia della Federazione delle Associazioni Venete del Victoria. Esso ha inoltre ricevuto il patrocinio dei comuni di Cittadella, Piazzola sul Brenta e Bressanvido e dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, ente con il quale la Veneti nel Mondo ha recentemente siglato un accordo per la valorizzazione del turismo delle radici.

Un percorso di formazione in cinque incontri, svoltisi in diretta online tra novembre e dicembre 2023, sui temi del turismo delle radici, dell’offerta turistica regionale veneta, del turismo lento e delle esperienze, del turismo sostenibile e della storia della Repubblica di Venezia.

“I partecipanti hanno avuto la possibilità di approfondire – afferma Aldo Rozzi Marin, Presidente dell’Associazione Veneti nel Mondo aps – il fenomeno del turismo delle radici e le varie forme che questo può assumere, conoscendo e migliorando inoltre le proprie conoscenza sulla storia, la cultura e il paesaggio veneto. Un fenomeno, quello del turismo delle origini, di qualità e di grande potenzialità visti i numeri dei discendenti veneti e italiani nel mondo. Collocandosi generalmente al di fuori dei circuiti turistici tradizionali, oltre a far scoprire i luoghi di origine degli antenati, questa forma di turismo favorisce la conoscenza del nostro territorio, delle tradizioni e della cucina locale.”

Le lezioni sono state affidate a professionisti veneti esperti negli ambiti progettuali: Giacomo di Thiene – Presidente Associazione Dimore Storiche Italiane, Aldo Rozzi Marin – Presidente Associazione Veneti nel Mondo aps, Stefan Marchioro – Direzione Turismo della Regione del Veneto, Chiara Comirato – Osservatorio Regionale del Turismo Veneto Federato, Ettore Beggiato – Presidente Onorario Associazione Veneti nel Mondo aps, Paola Bagatalla – JustGood Tourism, Renzo Fogliata – Presidente Camera Penale Veneziana e cultore di storia veneta, Mariapaola La Caria – Starting4, e Diego Gallo, Etifor spin-off Università degli Studi di Padova. L’organizzazione e la moderazione degli incontri sono state curate da Anna Turcato – Coordinatrice generale dell’Associazione Veneti nel Mondo aps e dal Presidente Aldo Rozzi Marin.

Gli incontri hanno inoltre visto la partecipazione di alcuni relatori dall’estero, come ad esempio: Ivana Quarati e Mariano Gazzola – COMITES Rosario, Aline Nizzola Berton – giovane rappresentante del COMVERS, Fabio Luiz Machioski – Circolo Veneti nel Mondo Colombo, e Claudio Curelli – COMITES Cile, e la presentazione di casi di studio, come ad esempio quello dell’Azienda Agricola De Tacchi di Grantortino, comune di Gazzo Padovano (SlowFood).

Aldo Rozzi Marin

Ivorà, la terra del “Monte Grapa Brazilian”, e il comune di Faxinal do Saturno inaugurano il leone di San Marco.

LEONI DI SAN MARCO NELL’OTTAVA PROVINCIA VENETA

Si sono tenute sabato 16 dicembre 2023 le inaugurazioni della posa del leone di San Marco in due paesi di origine veneta dall’altra parte dell’oceano, “del fosso grando”, grazie a un progetto del Comitato Veneto del Rio Grande do Sul (COMVERS) in partenariato con l’Associazione Veneti nel Mondo di Camisano Vicentino (VI), le associazioni venete locali e i comuni ospitanti.

Inaugurazione Leone di San Marco di Faxinal do Saturno, Rio Grande do Sul, Brasile (16.12.2023)
Inaugurazione Leone di San Marco di Ivorà, Rio Grande do Sul, Brasile (16.12.2023)

Il progetto “25 leoni nell’ottava provincia veneta”, ndr. Rio Grande do Sul – Brasile, è stato avviato nel 2019 dal COMVERS e dall’Associazione Veneti nel Mondo aps per mantenere, valorizzare e diffondere della cultura veneta in Brasile. Uno strumento che favorisce la conoscenza della cultura, della storia del popolo veneto e dell’identità delle nostre origini.

I leoni sono ospitati nelle piazze del comune di Faxinal do Saturno, fondato nel 1884 da veneti e italiani nel cuore del Rio Grande do Sul, e Ivorà, già Nuova Udine, fondato 140 anni fa nel 1883 nella Quarta Colonia da veneti e friulani. Siamo nella terra del Monte Grappa Brasiliano, un paese che per mantenere vive le radici con la terra madre, è stato costruito con chiese uguali a quelle dei paesi di origine.

“Il leone alato di San Marco”, ricorda il Presidente dell’Associazione Veneti nel Mondo aps Aldo Rozzi Marin, “è il patrono veneto e della nostra Associazione. San Marco rappresenta l’essenza della nostra identità formata da lingua, territorio, storia e fede cristiana. San Marco rappresenta spiritualmente il mondo dell’emigrazione veneta e racchiude in sé il sentimento di unione e coesione degli emigrati veneti con la loro terra di origine”.

Aldo Rozzi Marin

I Bozzato in Veneto, una storia di secoli in 688 pagine

“I Bozzato, Storie di Gente Veneta dal 1300 al 2000, Origini, Genealogie, Memorie, Presenze”. E’ il libro realizzato da Giuseppe Bozzato, con l’associazione culturale “Tra Mar e Laguna”, che ricostruisce le origini e le genealogie, le vicende e le storie umane delle famiglie con questo cognome.
È un progetto ambizioso frutto di una ricerca portata avanti per 20 anni in ambito veneto, dato che la comunità Bozzato si è diffusa in regione, dunque con fonti e ricerche limitate a quest’ambito, con la collaborazione e il contributo di molte persone. Sono stati consultati settanta archivi parrocchiali, cinque archivi diocesani e altrettanti archivi di Stato, numerosi archivi comunali e biblioteche per reperire documenti e materiale storico riguardante la storia della famiglia, numerosi uffici anagrafe dei comuni per verificare la presenza attuale dei Bozzato nel territorio. «Archivio dopo archivio, documento dopo documento – spiega l’autore – siamo arrivati a individuare la terra di origine della nostra grande famiglia, ci siamo imbattuti in una lontana, curiosa parentela, abbiamo avuto la conferma di un’antica tradizione familiare, l’origine di qualche ancor oggi tipico soprannome. E siamo riusciti a ricostruire le tavole genealogiche di un insieme di famiglie, inserite in luoghi e in contesti storici ben precisi».

Sono stati raccolti e catalogati circa 10.000 documenti e dati riguardanti altrettanti Bozzato dal 1300 fino agli anni 2000.
Sono vere e proprie vicissitudini, quelle che emergono dagli archivi, da documenti dimenticati, da vecchie fotografie. Ad essere raccolti sono anche stupendi scatti di famiglie in bianco e nero (come quello della foto a corredo dell’articolo), narrazioni di famiglie intrecciate con quelle di paesi e territori, che solo raramente entreranno nei libri di testo e nei manuali.

Il volume di 688 pagine rappresenta probabilmente una delle ricerche più complete ed esaustive riguardanti un singolo cognome nel Veneto se non in Italia, ha ricevuto il patrocinio della Regione, di 20 comuni del Veneto e del Friuli e dell’Associazione Veneti nel Mondo.