E proprio a Bari la presenza di comunità di veneziani è significativamente testimoniata dalla chiesa di San Marco che funzionava da punto di riferimento e momento di raccolta.
Ecco quanto è riportato nella tabella relativa alla Chiesa di San Marco a Bari che ho trovato in loco:
“E’ la chiesa tra le più antiche di Bari, infatti è al terzo posto dopo la Cattedrale dell’Assunta (Sec. X-XI) e dopo quella di S. Nicola Vescovo di Mira. La costruzione risale al secolo XI e fu edificata, vicino al mare, dai mercanti veneziani dimoranti in Bari in memoria della loro patria, nell’anno 1002, per merito del Doge Orseolo II.
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Elemento decorativo della facciata è un rosone a raggiera, a ghirlande e colonnette, con un piccolo leone alato al centro, opera forse dello scultore Pietro Facitolo di Bari (fine XII – inizi XIII sec.).
Più in basso rispetto al rosone troviamo due monofore centinate e il portale a tutto sesto (sec. XI e XII) che presenta una cornice con quattro archeggiature, di cui le due esterne sono dentellate, mentre, di quelle interne, una è a grani di rosario, l’altra ad architetti.
La parte posteriore del prospetto principale ha sull’entrata della sagrestia una formella policroma che raffigura la Vergine del Pozzo tra i santi Marco e Antonio. Sovrasta la formella un campaniletto a vela con due fornici arcuati. Successivi restauri e modifiche, e la distruzione di una navata, hanno compromesso la struttura medievale interna. Le due navate sono scandite da robusti pilastri che sostengono volte a vela o a botte. L’impianto di calpestio attuale è sopraelevato rispetto all’originale. Le tele e gli altari manifestano gusto e stile di periodi differenti, compresi il tardo rinascimento (un Crocifisso ligneo proveniente dalla Cattedrale) e del XVIII . XIX secolo.
L’altare maggiore è stato rifatto nel 1893 per volere dei confratelli , come attesta l’epigrafe collocata sulla parte sinistra dell’altare stesso. Non esistono documenti che chiariscono le origine della chiesa di San Marco. La costruzione è attribuita dal Beatillo al 1002-1003, per celebrare la liberazione di Bari dai Saraceni ad opera del doge di Venezia Pietro Orseolo II.
La prima menzione documentata risale a una pergamena del 1187: una bolla dell’arcivescovo Rainaldo a favore del vescovo di Cattaro, ove, tra i firmatari, compare un Maione, abbs sancti Marci (abate della chiesa di San Marco).”
Particolarmente significativa è nella Pinacoteca Provinciale, la presenza di opere di artisti veneti; ho potuto ammirare capolavori di Antonio e Bartolomeo Vivarini, di Paris Bordon, di Paolo Veronese, un bellissimo “San Rocco e gli appestati” del Tintoretto, e un capolavoro di Giovanni Bellini “ San Pietro martire” per il quale è stata allestita una sala apposita con condizionamento particolare vista la delicatezza della tavola.
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Nella bellissima Lecce, capitale del barocco, invece non ho potuto ammirare la bellissima Chiesa di San Marco che presenta nella facciata un importante Leone di San Marco: il tutto è da tanto, troppo tempo ingabbiato in una impalcatura che impedisce di ammirarne la bellezza.
Ecco come lo descrive Alberto Rizzi nella sua monumentale opera “I Leoni di San Marco” (3 volumi): “Piazza S. Oronzo, già S. Marco. Cappella di S. Marco, nella lunetta leone marciano andante, attribuito a Gabriele Riccardi, del 1543. Tufo, (calcarenite gialla) cm.60x90x40. Nimbato leone andante a sinistra con libro aperto, scritta consueta. Ha il capo lievemente inclinato e volto all’indietro, attorniato da rada. criniera e sovrastato da nimbo in prospettiva. Le fauci sono socchiuse. Le ali sono parallele con quella in secondo piano appena visibile. La coda è svolazzante col tratto terminale occultato dall’ala in primo piano. L’opera è a tutto tondo anche se probabilmente non è lavorata sul retro.”.
Sempre a Lecce, nella chiesa di S. Maria degli Angeli troviamo un altro Leone nel 4° altare della navata destra, altare sotto il patronato della famiglia veneziana dei Di Giorgio (Zorzi); e ancora nella città del barocco, nel museo “Castromediano” troviamo un altro bel Leone del 1724, e nella pinacoteca, un capolavoro di Antonio e Bartolomeo Vivarini “Il polittico di Galatina” e un bellissimo “Polittico di San Giovanni evangelista” opera di Lorenzo Veneziano (1356-1372).
Tante e tante altre testimonianze della Serenissima sono presenti nella Puglia: basta saperle cogliere…
Ettore Beggiato