“SENTIMENTO ‘TALIAN”:

LA MELODIA DELL’EMIGRANTE VENETO

 

patrocinio-regione-venetoLa Regione del Veneto, per la prima volta in Italia, ha commissionato un brano musicale dedicato ai concittadini che risiedono all’estero.

“La melodia dell’emigrante veneto”, intitolata “Sentimento ‘Talian”, è stata presentata alle associazioni venete dell’emigrazione, tra cui l’Associazione Veneti nel Mondo, dall’assessore regionale ai flussi migratori Oscar De Bona. Il brano musicale, composto da Antonio Fiabane, è stato presentato in anteprima a Mendoza in Argentina dove si è riunita la Consulta nei Veneti nel Mondo a novembre 2006.

 


INNO VENETO: “Na Bandiera, na Lengoa, na Storia”


La musica dell’Inno Nazionale Veneto (eseguita e cantata per la prima volta in occasione della “5° Festa dei Veneti” a Cittadella-PD il 07/09/2008) è basata sulla “Juditha Triumphans” di Antonio Vivaldi, celebre compositore veneto, eseguita a quel tempo per celebrare la vittoria veneziana a Corfù, in occasione della liberazione dell’isola dopo l’asedio nel 1716.
Alla musica di Vivaldi, riadattada per divenire maggiormente cantabile, è stato studiato il testo in lingua veneta, da parte di associazioni e gruppi culturali veneti.
Il testo creato richiama l’importanza della tradizione che fornisce le risorse per costruire un nuovo domani; racconta i valori tipici del Popolo Veneto come la voglia di darsi da fare e il senso della solidarietà, che già in anni passati erano stati riconosciuti agli emigranti veneti nel mondo.
La terra – che nel testo dell’Inno “fiorisce dai monti al mare” – è il sinbolo di una crescita che non è vista come solo sviluppo industriale ed urbano, ma anche come progresso sociale ed ambientale, dal momento che il Popolo Veneto ha sempre vissuto fra terra ed acqua.

Si tratta di un Inno di tutti e per tutti, al di là di qualsiasi divisione o ideologia politica: l’Inno nasce da Associazioni Culturali del CAV – Coordinamento Associazioni Venete, commissionato dall’Associazione “Veneto Nostro – Raixe Venete”.

Da parte nostra l’invito esteso a tutti i Veneti di utilizzare l’Inno in qualsiasi occasione, dai convegni alle manifestazioni sportive, dalle riunioni ai siti internet, in modo da far diventare questo nuovo progetto un nuovo elemento di unione fra tutti i Veneti.

 


PERASTO – DALMAZIA

23 AGOSTO 1797

 

compagnia_anelloIl 12 maggio 1797 tramontava la Repubblica Veneta; in diverse zone, però, le popolazioni continuarono a rimanere fedeli alla Repubblica anche nelle settimane, nei mesi successivi.

E’ il caso di Perasto, località sulle bocche di Cattaro (Dalmazia, ora Montenegro), che solo il 23 agosto 1797, proprio in questi giorni quindi, ammainò la Veneta bandiera del Leone di San Marco.

E le parole di saluto del capitano Giuseppe Viscovich sono di una intensità straordinaria:

“In sto amaro momento, che lacera el nostr cor, in sto ultimo sfogo de amor, de fede al Veneto Serenissimo Dominio, al Gonfalon de la Serenissima Republica, ne sia de conforto, o cittadini, che la nostra condotta passata e de sti ultimi tempi, rende non solo più giusto sto atto fatal, ma virtuoso, ma doveroso par nu.
Savarà da nu i nostri fioi, e la storia del zorno farà saver a tutta l’Europa, che Perasto ha degnamente sostenudo fin a l’ultimo l’onor del Veneto Gonfalon, onorandolo co sto atto solenne, e deponendolo bagnà del nostro universal amarissimo pianto. Sfoghemose, cittadini, sfoghemose pur, e in sti nostri ultimi sentimenti coi quali sigilemo la nostra gloriosa carriera corsa sotto al Serenissimo Veneto Governo, rivolgemose verso sta Insegna che lo rappresenta, e su de ela sfoghemo el nostro dolor.
Par trecentosettantasette anni le nostre sostanze, el nostro sangue, le nostre vite le xe stae sempre par Ti, o San Marco; e fedelissimi sempre se avemo reputà Ti con nu, nu con Ti; e sempre con Ti sul mar nu semo stai illustri e vittoriosi.
Nissun con Ti ne ha visto scampar, nissun con Ti ne ha visto vinti e spaurosi!
E se i tempi presenti, infelicissimi par imprevidenza, par dissension, par arbitri illegali, par vizi offendenti la natura e el gius de le genti, non Te avesse tolto da l’Italia, par Ti in perpetuo sarave le nostre sostanze, el nostro sangue, la vita nostra e, piuttosto che vederTe vinto e desonorà dai toi, el coraggio nostro, la nostra fede se avarave sepelio sotto de Ti!
Ma za che altro no ne resta da far par Ti, el nostro cor sia l’onoratissima to tomba, e el più puro e el più grande to elogio le nostre lagreme!”